Cinguettii

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l'altra faccia della modernità

Auguri Anno della Scimmia

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Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



Qui troverete tanta Cina, disegno, letteratura di viaggio..se volete suggerirmi spunti, link, luoghi siete i benvenuti..


lunedì 28 febbraio 2011

LA GREEN GANG ...società segrete ed altro (2° parte)

                                                   Relazioni pericolose - 2

Volete leggere un fumetto singolare senza perdere di vista la Cina? “Le Lotus Blue” e l’amico Tintin vi sveleranno un pezzettino di mondo, un’atmosfera ormai perduta e forse faranno galoppare la vostra fantasia. Le Lotus Blue non è altro che il nome della fumeria d’oppio nella Concessione Internazionale di Shanghai, dove era tenuto prigioniero il Prof. Fang Hsiying che Tintin libera con l’aiuto dei “Sons of the Dragon”...Shanghai, la droga, le società segrete, le spie, gli intrighi, i delitti inspiegabili... Era davvero così?


Avete sentito parlare di Du Yuesheng, il capo della Green Gang? Nasce a Shanghai semplice coolie nel 1888, in quella Pudong ora irriconoscibile di grattacieli. Amiamo immaginare però che le cupe sirene dei battelli ed il passaggio continuo di chiatte sullo Huangpu fossero probabilmente i medesimi che l’udito e lo sguardo del nostro coolie avevano imparato a conoscere. Rimasto presto orfano Du, ribattezzato “dalle-grandi-orecchie”, non trovò di meglio che vendere frutta lungo il fiume nella zona che fronteggiava la Concessione Francese... e magari conobbe pure il nostro Tintin.

Quasi naturalmente si trovò imbrigliato nelle fila della criminalità che lo adottò. A 15 anni era già membro della Red Gang, a capo della quale era Huang Jinrong detto il “Butterato”. Se avete visto il film “The Shanghai Triad” ricorderete che fu proprio una delle amanti di Du ad introdurlo a Huang Jinrong. Huang possedeva attività svariate che andavano dal gioco d’azzardo, alla prostituzione, alla vendita d’oppio. Vi farò forse annuire dicendovi che era più noto come proprietario del Great World, la più “stupefacente” casa di piacere di Shanghai, il palazzo a pinnacolo posto all’incrocio tra Tibet rd., con Yan’an rd. Ribattezzato successivamente Shanghai Youth Palace, ora è un più asettico e casto cinema-teatro.

La competizione per il commercio dell’oppio era dura e c’era sempre il pericolo di perdere i carichi di merce. Du ebbe la brillante idea di organizzare un cartello chiamando a parteciparvi altre gangs allora coinvolte nel fiorente business. Du non tentò mai di soppiantare il suo patrono Huang, semmai ne fu il braccio destro operativo fin dal 1910. Huang perciò lo appoggiò e gli lasciò la difficile realizzazione del progetto, giocato tra negoziazione, minacce ed assassinio per coloro che non erano d’accordo. Infatti il boss della Green Gang, che aveva rifiutata la proposta, venne eliminato ed il suo posto venne preso da Du Yuesheng, il cui nome da allora rimase indissolubilmente legato a quello della Green Gang.

La troika della neo-organizzazione includeva oltre a Huang e Du anche Chang Xiaolin della Blue Gang. Successivamente Du riuscì a convincere ad unirsi a loro anche Wong Sui, cantonese, già affiliato alla Three Armoniers Society, colui che controllava il contrabbando d’oppio nella Concessione Internazionale. Ben presto Zhejiang, Jiangsu e la valle del fiume azzurro dove il papavero veniva coltivato, entrarono nell’orbita del cartello. Man mano che crescono e si consolidano i proventi favolosi di questo commercio, cresce e si consolida pure la leggenda di Du come grande benefattore.

La Green Gang si radicò particolarmente nella Concessione Francese dove controllava quasi totalmente le attività di prostituzione e gioco d’azzardo, mentre nel resto della città arrivava a controllarne circa la metà. La longa manus del crimine arrivava fino al capitano della Concessione Francese, tale Etienne Fiori, un corso, capitato a Shanghai chissà come. La Concessione fino a circa gli anni ’30 era amministrata dalla lontana Hanoi... Tenere “gli occhi chiusi” su certe attività equivaleva ad un bel gruzzolo per il capitano che inoltre poteva vantarsi con le autorità di riuscire a mantener un basso livello di criminalità. Pare che EtIenne Fiori successivamente risultasse coinvolto nel traffico di eroina che la criminalità corsa gestiva in Francia via Marsiglia.

La base della Green Gang era al n. 26 di Rue Doumer presso l’attuale Donghu Hotel in Donghu rd. ma fino alla sua partenza da Shanghai poco prima della vittoria comunista, Du Yuesheng abitò in Rue Wagner - ora Ninghai west rd.- in una villa a più piani, assieme alle cinque mogli, dalle quali ebbe 11 figli. Si narra che usasse spostarsi a bordo di una Cadillac blindata sempre accompagnato da quattro guardie del corpo armate. Uno dei figli, consigliere del Museo di Shanghai ma residente a Vancouver, assicura che in realtà il padre la pistola non la sapeva proprio usare.

Nella Concessione Francese Du possedeva anche banche, la Chung Wai Bank e la Tung Wai Bank attraverso le quali passavano transazioni legate al commercio d’oppio e che dal 1935 furono costantemente in profitto. In cambio dei suoi “favori” e per tacitare la sua crescente potenza venne addirittura nominato nel Currency Reserve Board. La sua “Gongsi” (Compagnia) di cui era Direttore Generale, comprendeva 60 società, incluso uno dei principali quotidiani di Shanghai. Sul finire degli anni ’20 la preoccupazione generata dall’avanzata comunista aveva spinto anche la comunità straniera nelle braccia di Du; dal febbraio 1927 l‘allora presidente della Concessione Internazionale, Stirling Fesseden aveva cooperato con importanti contributi in armi alla Green Gang, nel tentativo di tenere i Comunisti fuori dalla Concessione. La presa di Shanghai da parte dei Comunisti e la successiva caduta richiederebbero un racconto a parte.

Con l’ingresso nella Concessione Internazionale, Du aveva stretto amicizie importanti: Md.me Kung alias la signora Soong Ailing, sposata alla potente famiglia di finanzieri nonché discendenti diretti del più famoso Kung (Confucio). Md.me Kung era la sorella di Soong Qingling e cognata di Sun Yatsen. Anche Chiang Kaishek quasi coetaneo di Du, era un frequentatore della Concessione Internazionale di Shanghai e, in gioventù, soprattutto di quella fascia criminale che gravitava attorno alla Green Gang. Una volta saldamente a capo dei Nazionalisti, non dimenticò i favori ricevuti dai vecchi ed “efficienti” amici. Solo ad esempio citiamo il Military Bureau of Investigation and Statistics, alla cui guida Chiang nominò Tai Li ex-braccio destro di Du…controllore e controllati erano insomma una sola cosa!

Tai Li fu tra l’altro l’ideatore delle Camicie Blu, i micidiali servizi segreti, organizzati sullo stile della Black Dragons Society. Pare che addirittura il reclutamento dei cadetti della novella Accademia Militare di Whampoa sia stato pilotato dai membri della Green Gang.

Questi incontri importanti segneranno il dispiegarsi della progressiva infiltrazione di Du nelle maglie della politica, per trarne un’immagine ambigua di rispettabilità segnando un pezzo di storia di Shanghai. La critica più recente ha rivisto il personaggio di Du cercando di attenuarne gli aspetti più prettamente criminosi e di rivalutarne le caratteristiche patriottiche.

A noi piace immaginare la vita di questa Shanghai cosmopolita e violenta degli anni ’30, alla Storia lasciamo i giudizi. Du Yuesheng lasciò Shanghai dopo la vittoria Comunista nel ‘49, pare portando con sé l’oro della Bank of China. Oppiomane dapprima, eroinomane successivamente, morì due anni dopo la sua fuga ad Hong Kong, il 16 agosto del 1951.

...continua-

lunedì 14 febbraio 2011

LA TRIADE CINESE ..società segrete ed altro

                                                    RELAZIONI PERICOLOSE- (1)

Cominciò tutto leggendo della dipartita del carismatico Benny Ong ancora nel 1994. Chi era costui, mi dissi? L’uomo che guidava la più potente Tong americana: un padrino. Ho surfeggiato su Internet alla ricerca di altri dati: nulla da fare, solo un rosario di fastidiosi nomignoli. Alla mia interrogazione sui “12K” la rete mi ha rimbalzato 2 mln di voci...solo gioiellerie!!

12K, Big Circle Boys, Ghost Shadows, Flying Dragons, White Tigers, Tung Lok Society, Lotus Family, Red Eagles, United Bambu... non sono i nomi di bands rock e tantomeno di yachts o trottatori dal sangue vincente. Sono le gangs criminali di origine cinese che riempiono le cronache nere dei giornali del pacific rim. Criminalità con caratteristiche e sfaccettature complesse in cui la storia delle migrazioni di massa verso Canada e USA, si mescola con la tradizionale presenza all’interno del tessuto sociale cinese di associazioni volontaristiche e di solidarietà ma anche con il tentativo da parte di PRC e Taiwan di controllare queste comunità.

Una migrazione massiccia che solo recentemente ha cominciato ad interessare sociologi, storici e non solo. Addirittura l’editore Bonelli vi ha dedicato un numero del mitico Tex: ebbene esiste anche un Tex e i Cinesi”. Questi ultimi nella solita parte dei cattivi!

Sicuramente questi gruppi, anche se dai nomi accattivanti, sprizzanti di vigorosa energia, non raccolgono nelle loro fila “stinchi di santo”. I Big Circle Boys, ad esempio, trovano la loro origine in elementi armati delle Guardie Rosse in seguito epurati ed inviati in campi di detenzione vicino a Canton, campi denominati “Big Circles”. Gli United Bambu devono la loro origine a frange del KTM taiwanese. Non vi e’ nulla di grande, nessuna epopea da ricordare in loro, solo storie assimilabili alle cose di Cosa Nostra.

Tuttavia, società segrete, pirateria, guerra da corsa hanno sempre esercitato un grande fascino e sono una parte importante del nostro immaginario. Al contrario di queste bande, in epoca storica le società segrete hanno svolto nella storia della Cina un ruolo importante. Lo stesso Sun Yatsen fu membro della più importante Tong presente negli US ricoprendovi la carica di “Red Pole” (= randello rosso!!). Jack London - per coloro che hanno letto la “giovinezza di Corto Maltese”- viene salvato da Mou Lan figlia dei Draghi Mandarini della Triade, e sempre Corto Maltese, ne “Corte Sconta detta Arcana” ha la Triade che veglia su di lui!!! Infine, il Grande Timoniere, anche lui fu adepto delle società segrete.

Per coloro che hanno dimestichezza con la storia della Cina, Loto Bianco, Hung Meng Society, Triade, gli 8 Trigrammi, Nien, Three Armonies Society , Society of Elder Brothers, Society of Blessed sono tutti nomi noti, indissolubilmente legati a svolte epocali.

E’ con i Qing che l’ortodossia del “neoconfucianesimo” viene imposta come morale/ideologia: il “gentiluomo” confuciano rappresenta il modello e la pietà filiale il legame principe. Una bella Utopia d’Oriente! Il tecnico/artigiano e lo specialista non sono proprio dei “gentiluomini” ed il mercante che commercia per profitto poi, non ne parliamo nemmeno. Dunque questo quadro ideologicamente perfetto conservava forti elementi di instabilità. I dominatori mantenevano ben salde nelle loro mani l’ortodossia e l’imponevano...e i dominati si arrangiavano in altro modo.

Così coloro che la condizione sociale o la povertà aveva privato della forza del gruppo familiare, la “floating population”, coloro che vivevano sradicati dal proprio territorio, come battellieri e coolies, cercavano di organizzarsi in associazioni volontaristiche di mutuo soccorso. All’interno il rapporto tra i membri era di uguaglianza ed il vincolo di appartenenza, volontario. Anche i mercanti e gli artigiani, le cui ricchezze ciclicamente divenivano il bersaglio della burocrazia imperiale, si riunivano in associazioni corporativistiche. Infine i Buddisti, che avevano già conosciuto la realtà della grande proscrizione contro di loro, erano riuniti in confraternite religiose spesso con strutture organizzate complesse ed articolate che facevano capo a conventi e monasteri.

Nonostante il disprezzo con cui gli storici ufficiali consideravano le religioni eterodosse e le loro organizzazioni, la burocrazia era (è) consapevole della forza dell’eterodossia nell’organizzare l’opposizione politica. Quando le sette/società segrete divennero portatrici anche di un’ideologia furono in grado di rovesciare il potere.

Nel “Romanzo dei 3 Regni” il giuramento di sangue nel Giardino dei Peschi resta uno dei brani più conosciuti di Storia e letteratura. Il legame di sangue che si stabilisce è tuttavia un legame trasversale rispetto a quello di stirpe. La società segreta non protegge la grande famiglia, risponde invece ai bisogni di chi è privo dell’appoggio del proprio gruppo familiare: sancisce un legame di fratellanza non di pietà filiale. La stirpe, la famiglia specie se potente rappresenta l’ortodossia. Dunque l’opposizione: stirpe vs società segreta/setta.

Fu proprio una società segreta - il Loto Bianco - regolata sulla base di una confraternita buddista a rovesciare la dinastia Yuan e a riportare gli Han al potere: i grandi Ming dell’imperatore Hung Wu, che la leggenda favoleggia essere stato lui stesso membro della setta. I Buddisti riguadagnarono il favore imperiale. Quando il rinascimento Ming entrò in crisi, subentrarono i Qing, stranieri, che paradossalmente con il Sacro Editto scelsero il confucianesimo come ideologia di stato. La Triade, anche conosciuta col nome di Hung Meng ( lega di Hung, dal nome dell’imperatore Ming) si organizzò secondo lo schema della società del Loto Bianco e si propose di re-instaurare una dinastia Han. Sotto i Qing, che erano dinastia “straniera”, eterodossia e nazionalismo in nuce si fusero.

Successivamente alla caduta dei Ming una sacca di resistenza era cresciuta nel sud-est. Nell’area costiera fronteggiante l’isola di Taiwan persiste il mito di Zheng Chenggong, meglio conosciuto come Coxinga (Guoxingye perché poteva fregiarsi del nome della famiglia imperiale dei Ming meridionali, che appoggiava) . Nato da padre cinese e da madre giapponese di Hirado, le attività molteplici di Coxinga “il pirata” sono state spesso associate ad attività anti-mancesi. Secondo la leggenda, proprio il padre di Coxinga tradì consentendo ai Mancesi di penetrare in Amoy, cittadella pro-Ming: durante l’attacco la madre di Coxinga subì violenza e si suicidò.

La furia del pirata esplose, supportata da tutti quei gruppi vari seguaci dei Ming o oppressi dai Qing. La costa, e Taiwan di fronte, divennero la base delle attività sovversive del pirata. Con la sua morte, pare per malaria, nel 1662, i Qing presero il sopravvento. Disposero l’evacuazione delle popolazioni costiere ribelli ed incontrollabili di Shandong, Jiangsu, Zhejiang, Fujian e Guangdong ed il loro ricollocamento all’interno per circa 30 km. La conseguenza fu di sradicare interi gruppi aumentando la “floating population”, rafforzandone la presenza nelle società segrete e le relative attività anti-mancesi. Su questo substrato umano instabile e magmatico si innestano le immagini ed i racconti quasi irreali della TRIADE. Il nome che ha fatto rabbrividire “codini “ potenti, ha terrorizzato compradores, ha ispirato saghe e romanzi è ancora in Occidente archetipo della Cina, quasi la sua anima sovversiva ed incontrollabile..

Varie sono le leggende che ne raccontano l’origine. Sotto la dinastia Ming i Buddisti avevano goduto del favore della corte. I monaci buddisti del monastero di Shaolin, allora localizzato da qualche parte in quella che ora è la regione del Fujian, erano in particolare famosi per il livello raggiunto nella pratica delle arti marziali. L’imperatore Qing, Kang Xi, li richiese nella lotta che opponeva l’Impero ad un gruppo nomade mongolo, buddista ma seguace della setta del “berretto giallo”. Sconfitti gli Zungari (Oloti/Eleuti) i monaci rientrarono a Shaolin, forti del favore dell’imperatore. La corte Qing, tuttavia, temendo un avvicinamento ai Buddisti, con l’appoggio di un monaco traditore - “il numero sette “- arrivò a far attaccare e distruggere il monastero. Allo sterminio, la leggenda dice sopravvissero solo 5 monaci, che fuggiti nel Guangdong si unirono a 5 capi ribelli, ex-funzionari fedeli alla dinastia Ming, sopravvissuti alla disfatta seguita alla morte di Coxinga.

Insieme tentarono di accendere una rivolta anti-Qing che fallì: seguì la diaspora dei seguaci e la nascita di 5 logge maggiori e 5 minori. La Triade si dirama e cresce rapidamente. Triade l’unione di Cielo, terra e uomo.

Se ancora oggi vi capitasse di vedere l’immagine della “Città dei Salici” esposta chissà dove.. beh non siate così certi che la Triade non sappia di Voi!

...segue...

venerdì 4 febbraio 2011

LA STORIA DELLA SIGNORA JIA (ultima puntata)

(La terza puntata è stata pubblicata il 25 gennaio 2011)

..Ugo spesso si recava a caccia, una delle attività preferite nella comunità, scortato da due marinai della Legazione. Nella Pechino anni ’30 religiosi e diplomatici rappresentavano l’altra parte della comunità come il Delegato Apostolico Costantini ed il Conte Mareri, prima interprete della Legazione ed in seguito Reggente fino al 1936 e che ha lasciato una interessante biografia di quegli anni.

Colui che tuttavia non si può dimenticare è lo sfortunato capitano Riva, sposato all’americana Katherine Lum, ex pilota decorato della 1°GM, loro vicino ed amico che viveva non lontano da loro nel vicolo della Dolce Pioggia. I loro figli avevano giocato assieme. Riva nel 1951 fu il tragico protagonista di un grande processo di spionaggio che si concluse con l’arresto, la sua fucilazione il 17 agosto e l’incarcerazione di altre 7 persone. L’accusa era gravissima: complicità nel complotto pianificato con gli statunitensi per uccidere Mao. Una storia con molti lati oscuri rimasta nell’oblio per cinquant’anni.

Antonio Riva era nato a Shanghai dove suo padre si era recato ancora a fine ‘800 per commerciare in seta. Rientrata la famiglia in Italia, Antonio partì come volontario nella 1° GM dove si distinse come pilota ottenendo la medaglia d’argento al valore e la commenda dell’ordine dei Savoia. Tornò in Cina nel 1919 per preparare la logistica che accompagnò lo storico raid aereo Roma Tokyo di De Pinedo e lì visse fino al tragico epilogo della sua fucilazione. In coda a questo processo avvenne anche l’arresto di Ugo, prelevato nella sua clinica al termine di una operazione chirurgica, con l’accusa di spionaggio ed attività batteriologica ai danni dei Cinesi. La sua incarcerazione coincise con gli arresti dei medici della Peiping Union Medical College che altro non era che la Rockfeller Foundation, per la quale Ugo aveva iniziato a lavorare. Rimase prigioniero per tre anni nel carcere allora chiamato Tollanz uscendone solo quando la tensione provocata dall’intervento nella Guerra di Corea cessò nel 1954. Ugo rientrato in Italia la lasciò quasi subito per recarsi prima in Pakistan e successivamente in altre parti del mondo, concludendo la propria vita in Argentina dopo essersi risposato con la sorella della Signora Jia…sorte davvero beffarda. La Signora Jia racconta con amarezza questo episodio.

Stranamente nelle ricerche che ho personalmente svolto all’Archivio della Farnesina non c’è traccia della storia di Ugo mentre esiste materiale sugli altri personaggi. E’ pure vero tuttavia che nel 1951, quando Ministro degli Esteri era il Conte Sforza, l’Italia non aveva ancora riconosciuto la Cina e che il grande archivio dell’Ambasciata italiana era andato distrutto in un incendio nel 1949.


La memoria vivida dei ricordi della Signora Jia si sofferma anche sugli amici cinesi verso i quali mostra uguale tenerezza. La casa della principessa Suo era molto vicina alla Legazione Italiana, ora Istituto per l’Amicizia dei Popoli, dove loro vivevano. La Principessa che era imparentata ai clan mancesi della ex famiglia imperiale, a quel tempo era amica della loro famiglia. Il marito della Principessa era stato capo cerimoniere a corte e da lui ne avevano appreso il cerimoniale. I suoi figli si recavano spesso alla villa della Principessa Suo, dove abitava in pianta stabile anche una sua nipote. La bambina, che aveva circa la stessa età del maggiore dei figli della Signora Jia, chiese una volta che le scegliessero un nome occidentale e loro la ribattezzarono Susi. Dopo che fu rientrata in Italia ad Ugo che era rimasto a Pechino, capitò di incontrare ancora la Principessa Suo, vestita con una stazzonata casacca grigio blu: disse che appariva un’altra donna. La Signora Jia invece la descrive vera principessa soprattutto per il portamento, esile, con i capelli neri sempre in ordine raccolti in uno chignon; indosso eleganti pantofole ricamate ed un giacchino nero dal collo alto sotto un lungo cappotto di velluto nero.

Quando la Signora Jia racconta questi particolari sembra che ne abbia le immagini ancora negli occhi. Mi narra di quando all’indomani dell’Armistizio del 1943 la Principessa aiutò la sua famiglia. Il 9 settembre infatti la Legazione fu circondata da truppe giapponesi armate: gli Italiani si erano trasformati in nemici e traditori. La Stazione Radio di Pechino che fu attaccata dal 1000 soldati resistette solo 24 ore. Per timore che i Giapponesi li spogliassero dei loro beni più preziosi li portarono in auto alla Principessa che li custodì protetti in grandi bauli nella propria casa. Gli furono resi tutti con la fine della guerra. Quando lasciarono la Cina la Principessa li aiutò ancora una volta, mandando loro la macchina per aiutarli a fare la spola e trasportare i bauli da caricare sul treno che li avrebbe portati a Tianjin, al porto.

Per parte mia ho cercato avidamente di capire chi potesse essere questa Principessa. Il lignaggio mancese è molto complesso ed ancora poco conosciuto almeno da noi. L’unico elemento utile che ho scovato è l’esistenza di un clan Socoro, in cinese appunto Suo.

Un giorno spero chissà di incontrare Susi.

..Fine

(riproduzione riservata)

mercoledì 2 febbraio 2011

Arte Fiera Bologna - le mie impressioni

Che bella era Bologna sabato sera..i portici illuminati, colori caldi, tanti gialli, ocra, rossi, panna. Imposte verdi, marrone, marroncine ad osservare dall'alto la folla accorsa stupita di vedere una città tanto bella. In certi angoli sotto al portico m'è sembrato d'essere avvolta nella panna.. Ho gironzolato in compagnia di amici che non la conoscevano e sono rimasti ammaliati dai colori e dall'atmosfera notturna dei vicoletti...

Sabato e domenica li ho trascorsi a visitare Arte Fiera. Non vorrei dire che ho le traveggole m'ha m'è sembrato di riconoscere nell'esposizione di quest'anno tratti, segni e materiali che in qualche modo non sono concettualmente distanti da quel melange di segno e parola che caratterizza il taccuino di viaggio. Quasi un voler recuperare la memoria e la sua intepretazione, come si fa alle volte nel carnet. Ho visto pagine di giornale utilizzate come base per disegnare sopra a china. Una mappa altimetrica per riproporre un paesaggio montano, carta "rustica", come la chiamo io, per imprimere segni quasi primitivi grondanti di colore...sarà o forse è il mio occhio che si è esercitato a riconoscere questi segni. Insomma ho visto meno provocazione fine a se stessa e più ricerca sui materiali. Lo scorso anno non lo avevo notato.

Non ho visto artisti cinesi cinesi (Hu Sen e pochi altri in verità)..semmai qualche Galleria che ha aperto a Pechino come Marella o Continua. Un gallerista di Shanghai Fuxin che tuttavia non proponeva molti cinesi...Mi chiedo se si sposterà là anche il mercato dell'Arte..dico il mercato inteso come luogo dell'investire i propri denari. D'altra parte ora in Cina più di due case non le possono comprare, per le auto devono mettersi in waiting list, già si sono comprati i buoni del tesoro americani..dove metteranno questi soldi...Africa forse? credo più lì che nell'Arte.


Ad Arte Fiera io però sono andata non per i cinesi ma per vedere cosa propone il mercato dell'Arte, ovvero cosa scelgono di proporre.
Mi sono decisamente rifiutata di vedere il Premio Furla per l'Arte perchè dopo il "trauma" delle video istallazioni di qualche anno fa a Villa Delle Rose ho fermamente deciso di tenermi bene a distanza...Credo di avere una incompatibilità con le video-istallazioni fin dai tempi dei Magazzini Criminali..

Comunque i padiglioni erano tre il 20 il 15 ed il 18..forse il 18 era quello più "spinto".Ho avuto la fortuna di vederli diluiti in due giornate, di parlare con amici, di scambiare punti di vista e suggerimenti..insomma quest'anno mi sono goduta sia l'evento che la magnificenza della Notte Bianca che più che Bianca era Gialla, Ocra e Rossa...bella, bella, bella.

martedì 1 febbraio 2011

Presentazione del Libro Pechino Bassano del Grappa - il feedback

Ahia ahiiii...dispiace quel senso si aspettativa tradita, di scomposta disattenzione verso un desiderio di sapere..
La presentazione di sabato scorso, tenutasi a Bologna, del volume:

Pechino Bassano del Grappa
Allemandi & C
di Marina Giusti del Giardino
euro 22

è consistita testualmente in questo:

"..comprate il libro. Se io vi racconto la storia voi poi non lo comprate più !!..."

Trovo che avrebbe giovato alla folta platea un più generoso sussulto di divertissment affabulatorio piuttosto che una banale caduta nel noiosissimo marketing.
Così ci siamo accontentati della sempre giocosa ironia di Daverio capace di catalizzare il suo pubblico con la sicura padronanza dei suoi strumenti culturali.

Di più non so che dirvi...se non che Virginio Chieri partì al seguito della spedizione dei Boxer...

Shanghai e l'expò

Shanghai e l'expò
Il lato est del Bund ..che notte magica