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domenica 18 novembre 2012

MONZA BIENNALE DI ARTE CONTEMPORANEA ITALIA-CINA

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A Monza è in corso la prima Biennale di Arte Contemporanea Italo-Cinese.
Si svolge nella magnifica Villa Reale, finalmente in restauro dopo anni di abbandono. Un edificio ed un parco di una bellezza da lasciare senza parole. La Villa Reale è opera dell'architetto degli Asburgo, Piermarini. Lo stesso architetto cui si deve il Palazzo della Scala e Palazzo Belgioioso a Milano. Era stato allievo di Luigi Vanvitelli ed assieme a lui collaborò nella progettazione della Reggia di Caserta.

Non ero mai stata a Monza e dunque ho colto l'occasione di questa rassegna per visitarla. Premetto che l'arte contemporanea non è nelle mie corde, in generale non mi suscita emozioni gradevoli.  L'arte contemporanea per lo più  (con le dovute eccezioni) mi fa sentire come davanti ad un ... TG. Tuttavia poichè l'arte fissa ed interepreta i momenti del ns vivere ho la curiosità di vedere.

In attesa di leggere il catalogo alcune immagini

Un lato della Villa Reale

L'inconfondibile giallo della ginko biloba

Acero

Bellissimo l'effetto dell'opera del grande Peter Donetz  all'ingresso del "serrone"

Subito dietro al "serrone"

Un'opera di Shao Wenhuan che mi è piaciuta molto
Questa è un'opera in tecnica mista dell'autore Shao Wenhuan, nato nel 1971 nella provincia del Xinjiang dunque all'estremo ovest della Cina. Posso pensare che sia figlio di quella gioventù colta ed urbanizzata che tra il 1950 ed il 1960 fu mandata nelle campagne a ri-educarsi. L'opera nello specifico è del 2006 e si intitola May be here. Nella vecchia Pechino che ho conosciuto trenta anni fa non era infrequente vedere questo tipo di finestre, nelle quali i riquadri di vetro erano fissati con una specie di pongo. Un'immagine così è decisamente retrò nel paesaggio urbano attuale cinese.
Il filo conduttore delle opere cinesi che ho visto alla mostra è la "distruzione", quella fisica delle abitazioni come della cultura tradizionale. Lo si nota già all'inizio della mostra nella foto di Li Wei, cui fanno da sfondo gli "siheyuan" (le case tradizionali pechinesi) parzialmente abbattuti. Come pure nella foto di Yao Lu nella quale la superficiale immagine di un tradizionale paesaggio camuffa ad uno sguardo più attento un enorme cantiere.Oppure in Rainbow opera del 2007 di Lu Peng.

Nelle opere degli italiani non ho invece colto un apparente filo conduttore. Chiedo perdono se non mi soffermo sugli artisti di casa nostra che ho osservato con minore attenzione.

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